Introduzione al nuovo Sussidio Estivo:YUBI

L'Estate Ragazzi è una grande possibilità di attivazione e coinvolgimento di tanti giovani che ogni anno si impegnano nell’animazione e nel servizio ai più piccoli. Da sempre il tempo privilegiato dell’estate diventa fucina di grandi e piccoli eventi nelle nostre comunità.
Ci siamo chiesti come questi momenti possano diventare significativi per la pastorale giovanile, non sporadici e confinati alla stagione estiva ma occasione di continuità per promuovere un’idea di servizio come stile di vita suggerito da Gesù nel Vangelo, e possibilità per i nostri giovani di appropriarsi del loro posto nella comunità.

Negli ultimi anni, con l’evoluzione delle tecniche e dei canali di comunicazione, i materiali editoriali tradizionali – sussidi per la formazione e l’animazione – sono stati affiancati da nuovi strumenti che viaggiano sui canali new media: portali web, applicazioni mobile, audiovisivi, ecc...
“Il tempo è superiore allo spazio”. Sembrerà una semplice citazione del Papa ma per noi è stato l’inizio di un’illuminante riflessione sul “come” operare all’interno della nostra prospettiva progettuale. Il mondo che ci circonda costantemente mette in atto strategie e progetti che, impattando sulla realtà, creano delle trasformazioni che portano al cambiamento delle strutture di relazione sociale.

 

Verso un nuovo approccio all’estate

Gli oratori, le parrocchie, i patronati sono da sempre il luogo dell’educazione delle generazioni e della testimonianza evangelica autentica, perché fondata sull’incontro e su esperienze autentiche di relazione. Tuttavia la contemporaneità ha messo in discussione i modelli di “incontro”, offrendo sempre più nuove formule fino a ieri non possibili.

La rete, i social network, le app, i video, il gamming sono solo alcuni esempi delle possibilità attraverso le quali oggi un millenian può “incontrare” persone fino a ieri lontane e proposte di varia natura, intessere dialoghi sui temi più disparati, coinvolgere e coinvolgermi in progetti che sente affine... e l’elenco delle varie formule di incontro potrebbe continuare.
Spesso nel dialogo contemporaneo, in merito all’educazione giovanile, i nuovi linguaggi vengono percepiti e associati a qualcosa di pericoloso, di non interessante, e spesso dietro a questo giudizio rimane una certa paura della non comprensione del nuovo strumento.

Per noi di Oragiovane questi “nuovi luoghi” rappresentano una sfida e una nuova opportunità per poter creare strumenti e metalinguaggi che possano essere più vicini ai nostri ragazzi e abitare gli spazi che essi stessi abitano nella loro realtà, non soltanto fisica, ma anche virtuale.
Tutti questi strumenti (film d’animazione, app, gaming, ecc...) sono la possibilità concreta di incontro, in cui bambini e ragazzi possono apprendere, conoscere e sperimentare il messaggio evangelico tradotto in modo “simbolico”.

Questo approccio non va a togliere importanza all’oratorio/parrocchia, che rimangono centro pulsante dell’incontro e luogo privilegiato della testimonianza, perché spazio dove poter incontrare “testimoni” adulti e in grado di intessere relazioni che generano comunità. Questo approccio vuole essere catalizzatore di incontri che partendo dal virtuale spingono a volere interagire in quel luogo dove l’estate e l’incontro intergenerazionale ha luogo, ossia l’oratorio estivo.
Abbiamo perciò ragionato su un possibile modello nuovo, che permettesse all’esperienza estiva oratoriale di “uscire fuori” per abbracciare tutti quegli ambienti che spesso come cattolici non abitiamo e che sempre più spesso sono i luoghi dove i bambini e ragazzi abitano: il mondo digitale e cross-mediale.

Se il nostro oratorio è luogo fisico di esperienze autentiche di relazione, gli ambienti digitali possono rappresentare un’opportunità di incontro che possa mettere in relazione la rete digitale con l’oratorio fisico.

 

Teatro e video, come strumenti per evangelizzare

Fin dall’antichità il raccontare storie è stato la possibilità di tramandare la conoscenza e al tempo stesso la possibilità concreta di fare cultura all’interno delle comunità.
La Narratività (storyteling, parola di moda negli ultimi anni) nel suo complesso è di per se stessa un nucleo educativo, perché costruita di linguaggi simbolici e in grado di parlare ai cuori di molti attraverso le emozioni che i protagonisti del racconto vivono.

Gustare le “storie” nella loro interezza diventa importante per poter trasferire contenuto!

La stessa Bibbia e lo stesso Vangelo non sono altro che grandi libri di “narrazioni” attraverso la quali noi stessi possiamo apprendere la “Storia della Salvezza”.
Oggi, il raccontare “storie” all’interno dei nostri contesti educativi è possibile essenzialmente attraverso due modalità: i video/film (mezzo cinematografico/social) e il teatro.
I due linguaggi  linguaggi si integrano e non si sostituiscono: sono tra loro complementari in quanto vanno a lavorare con modalità diverse su attenzioni educative e di comunicazione di diverso tipo.

Il teatro  è  uno strumento privilegiato di relazione. Fin dai tempi di Don Bosco, che ne vide subito le grande possibilità educative, permette di creare relazioni non solo tra chi “recita” ma anche con  i ragazzi “spettatori” i quali non sono soltanto soggetti passivi ma, nelle modalità che vi proponiamo, sono attivi all’interno della rappresentazione, che prende vita attorno a loro. Ecco perché parliamo di “Anim-attori” e di “Spett-Attori”: gli animatori educano tramite il teatro; i ragazzi sono i veri protagonisti della storia narrata, che si sviluppa grazie a loro e ai loro interventi a fianco dei vari personaggi. Come Oragiovane crediamo fermamente nel protagonismo che si “innesca” nei giovani che con passione e impegno scelgono di mettersi a servizio degli altri attraverso questa forma di narrazione.

Recitare è a tutti gli effetti non solo educare ma soprattutto educarsi!

Il mettere in scena un copione teatrale (per quanto semplice sia) richiede da parte dell’adolescente la capacità di “mettersi in gioco” e offre la possibilità di mettere il desiderio di protagonismo a servizio dell’educazione. Lo aiuta a crescere nella responsabilità, lo mette nella condizioni di sviluppare creatività e capacità relazionali di gruppo, lo educa alla comprensione di se, alla capacità di comunicare, alla gestione delle emozioni.
La narrazione teatrale se vissuta pienamente è in grado di far scoprire ai giovani la bellezza di mettersi a servizio degli altri: l’anim-attore non recita per se stesso ma lo fa con lo sguardo rivolto ai tanti bambini che partecipano all’esperienza estiva.

Lo strumento digitale video, invece, ha la caratteristica di essere immediato e di facile condivisione, permettendo ai contenuti proposti di essere “gustati”  da molti, anche non direttamente in relazione con il luogo “fisico” nel quale sono stati prodotti. Inoltre, in realtà con pochi animatori o che propongono attività della durata di una settimana, consente la presentazione della cornice narrativa in modo più flessibile di quanto sarebbe possibile con il teatro (pur con tutti gli adattamenti proposti). Così come può essere utilizzato al termine dell’esperienza per “rivedere” con un altro linguaggio quanto vissuto durante le settimane, richiamando alcuni aspetti e concludendo con una festa. Non deve però essere considerato la “via di fuga” per evitare l’animazione teatrale o per impegnare gli animatori solo in giochi, laboratori e attività di gruppo “perché sennò hanno troppo da fare” oppure perché “nessuno vuole recitare”. Ciò che viene a mancare con il video, infatti, è l’interazione diretta tra animatori e ragazzi che resta fondamentale in ambito educativo e che è favorita dalla dimensione teatrale.

In conclusione, benché entrambi i linguaggi puntino a “narrare” il contenuto, rimangono per natura e finalità molto diversi e hanno quindi effetti diversi sui nostri ragazzi. Il linguaggio video permette di conoscere e apprendere più velocemente il contenuto, mentre il linguaggio teatrale “scava” dentro i  ragazzi facendoli diventare protagonisti positivi nei nostri contesti e offrendo un percorso di impegno e di crescita.

Come Oragiovane , da sempre impegnati ad educare nella prospettiva di “Chi anima Educa”, riteniamo che la scelta di iniziare un nuovo percorso orientato ai nuovi media non debba togliere all’esperienza estiva il grande ruolo dell’animazione teatrale quale motore di relazioni autentiche di crescita, ma offrire un ulteriore strumento da utilizzare “a fianco” del teatro e a servizio di animatori e ragazzi per vivere al meglio l’esperienza educativa.

Luca Baldi T.I. - Presidente Oragiovane